Più della metà del tempo presente nella nostra giornata lo trascorriamo al lavoro. E’ quindi inevitabile che sia parte integrante della nostra vita. Le relazioni che vengono a svilupparsi in questo ambiente possono essere semplicemente di conoscenza (date dal fatto di trovarsi nello stesso momento), o trasformarsi in qualcosa di più profondo (amicizia, amore).
E’ però un dato di fatto che le relazioni gerarchiche che si formano sul posto di lavoro possano creare, a volte, delle difficoltà, in quanto non sempre si è liberi di manifestare i propri pensieri e le proprie opinioni con chiarezza, per timore di essere etichettati o ancor peggio estromessi. E’ quindi sempre importante capire come gestire le difficoltà che vengono a crearsi.
Una delle più comuni è lo stress, causato dalla continua pressione, dall’ansia da prestazione, dalla fatica fisica che alcuni ritmi portano ad accumulare. Scadenze, ritardi, screzi con i colleghi o con i responsabili, possono infatti portare a quello che viene definito stress da lavoro correlato: le persone si trovano in difficoltà perché percepiscono le richieste del mondo lavorativo superiori alle loro capacità di fronteggiarle. La sofferenza che viene di conseguenza a svilupparsi è quindi sia a livello fisico che psichico.
Quali sono i sintomi più comuni dello stress da lavoro correlato?
- difficoltà relazionali;
- bassa qualità nelle prestazioni lavorative;
- insicurezza;
- mancanza di autostima;
- scarsa concentrazione e stanchezza;
- ansia e attacchi di panico;
- depressione;
- disturbi psicosomatici (difficoltà nel sonno, problemi gastroenterici, ecc.).
E’ importante tenere presente che, nonostante i sintomi si concentrino sulla situazione del singolo lavoratore, questi dipendano da un ambiente di lavoro mal gestito, a volte inadeguato.
Nei casi più gravi alcune situazioni problematiche sul posto di lavoro possono sfociare nel mobbing, ovvero tutti quei comportamenti che il datore di lavoro o i colleghi pongono attuano, per svariate ragioni, con lo scopo di emarginare e allontanare un determinato lavoratore. Prendiamo ad esempio un collega che manifesti alcuni dei sintomi precedentemente citati e si trovi quindi in difficoltà a mantenere un certo tipo di ritmo lavorativo: purtroppo a volte questo fa sì che, invece di aiutarlo e comprendere la natura del disagio, la situazione degeneri e si cerchi in tutti i modi di estrometterlo per “evitare un problema” e ripristinare la produttività.
Alcune aziende cercano di ovviare a questo problema tramite l’aiuto dello psicologo sul posto di lavoro, per far sì che questi sia di supporto al buon funzionamento dell’equipe. Purtroppo non accade così spesso come si potrebbe e tante volte le persone non sanno come affrontare queste difficoltà, anzi si sentono completamente responsabili della situazione sentendosi sbagliate.